L’arte della cartapesta

Un’arte tramandata, forgiata nel tempo e custodita gelosamente dai maestri cartapestai di Putignano, straordinari protagonisti del Carnevale più antico di Europa che, spinti da creatività, ingegno e passione, danno vita da decenni ai famosi giganti di cartapesta.

I carri allegorici sono chiamati a portare sulle scene con un sano pizzico di ironia, eventi di rilievo nazionale e internazionale, temi legati alla politica, alla morale e all’attualità: far riflettere divertendo e strappare più di un sorriso, questo il loro compito.

I capannoni dei maestri cartapestai

Storici e affascinanti laboratori, i capannoni affidati ai maestri cartapestai cullano per mesi i carri, accompagnandoli dal momento dell’idea a quello della realizzazione. Un magico mondo di carta e colori, ferro e argilla, pennelli e chiavi inglesi; si inventa, si progetta, si modella.

C’è sempre un fornellino con su una caffettiera o una pentola, perché qui, nelle settimane che precedono il Carnevale, si cena tutti insieme e insieme si passa la notte, ancora inventando, progettando, modellando.

Un incrocio di mani, occhi e cuori unito da un obiettivo comune, gruppi che si trasformano in famiglie, opere d’arte che di ora in ora prendono forma ma, soprattutto, vita.

Come nasce un carro di cartapesta

Circa quattro mesi prima della manifestazione, ogni cartapestaio presenta alla Fondazione del Carnevale di Putignano un bozzetto di quello che sarà il carro e una scheda che ne descrive il tema e i dati tecnici inerenti alla parte meccanica e ai movimenti.

La lavorazione della cartapesta è un procedimento artistico lungo e variegato.
Realizzando delle vere e proprie sculture, si parte con la creazione di una forma in argilla, quella che andrà a donare forma e dettagli al prodotto finito.
Terminata questa fase si passa alla realizzazione di un calco in gesso, una sorta di negativo che riproduce fedelmente la forma di argilla; una colata di gesso caldo viene versata sul modello dopodichè, una volta raffreddata, si procede staccando il calco.

A questo punto ecco entrare finalmente in scena la cartapesta.
La carta utilizzata è quella dei quotidiani, ideale per la sua leggerezza e la sua porosità. Imbevuta della colla tradizionale realizzata con acqua e farina, la carta spezzettata in striscioline spesse più fogli, viene fatta aderire al calco precedentemente rivestito di olio: quest’ultimo consentirà alla cartapesta di non attaccarsi alle pareti in gesso, favorendo un agevole distacco quando sarà asciutta. È in questo momento che l’opera sarà modellata plasmando ad arte strati e strati di carta.
Il manufatto di cartapesta avrà, a questo punto, le stesse sembianze del modello di argilla; non resta che rivestirlo di carta cemento per conferirgli maggiore resistenza e tenuta.

Si può così passare all’ultima fase, quella in cui l’ispirazione e la fantasia dei pittori illumineranno di colori un’opera già palpitante di arte propria.