MAESTRI CARTAPESTAI: MARINO GUARNIERI E PINUCCIO NARDELLI

28 anni, 15 di gavetta, 2 con l’Associazione Carta…pestando: questi i numeri di Marino Guarnieri, uno dei più giovani maestri cartapestai del Carnevale di Putignano. Maestro ma, allo stesso tempo, ancora allievo di un grande veterano, G. Nardelli: “Osservavo Marino da tempo: apprezzavo le sue maschere di carattere, la sua abilità nel colore e la completezza dell’opera. Non tutti hanno il ‘senso’ del carro finale, lui sì.  L’ho invitato ad avvicinarsi al nostro gruppo, a mettersi davvero in gioco: ha accettato, orgoglioso di far parte di un piccolo pezzo di storia del Carnevale di Putignano.”

Il maestro Nardelli è un’istituzione. A 14 anni il primo incontro con carta e colla, durante un corso professionale di cartapesta: “Conservo ancora il mio attestato da cartapestaio. Da ragazzo ero attratto da questi enormi carri di cartapesta e dalle attività che richiedevano manualità. Il corso, della durata dell’intero anno scolastico, prevedeva una parte teorica e una pratica essendo finalizzato alla realizzazione di un carro per il corso mascherato dell’epoca: decisi di seguire l’istinto e iscrivermi. È nato tutto così.”

Nel 1984 il primo carro allegorico, dedicato all’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi; Nardelli fa il suo esordio con un sesto posto e il primo di una lunga serie di carri votati alla satira politica. Inizia una lunga carriera costellata da vittorie e successi, alimentata da una passione a tratti quasi indescrivibile “che a Putignano sembra letteralmente incendiare gli animi di chi orbita intorno al mondo della cartapesta.”

“Ultimamente, diversi ragazzi sembrano volersi riavvicinare a questa antica arte”, un’arte che ha certamente un futuro, che potrebbe diventare lavoro per molti giovani lungimiranti dalla mente brillante e creativa, desiderosi di formarsi a tutto tondo, “come Marino Guarnieri.”

Il giovane maestro Guarnieri è al suo secondo anno con il gruppo. Dedizione alla cartapesta, innata creatività e tanta voglia di fare: a Putignano si respira aria di Carnevale: cresciamo così, tra carri e cartapesta. Già da piccolissimo mio padre mi accompagnava negli hangar; la curiosità, la voglia di entrare in questo mondo e creare arte è nata così. Raggiunta l’età per metter mano tra colla e carta è iniziata la mia lunga gavetta con le maschere di carattere.”

Nelle parole di Marino si concretizza la sua anima putignanese, fortemente legata al Carnevale, vanto e orgoglio di tutta la città, “uno dei più belli perché tiene viva la tradizione e ha un’essenza davvero particolare che spero non venga mai persa. Noi putignanesi abbiamo poco da invidiare e moltissimo da offrire: dobbiamo solo prenderne coscienza ed essere orgogliosi del nostro Carnevale.”

Sensibilizzare e far riflettere il pubblico sulla società e i suoi limiti: questo il fine e la funzione sociale che ogni carro allegorico dovrebbe perseguire. “Giudichiamo molto ma spesso non facciamo nulla, dimostrandoci anche molto poco sensibili. Questo non può che renderci più deboli dal punto di vista della collettività.”

Nei mesi che precedono il Carnevale un bozzetto è sempre lì, a ricordare che alla fine ogni singolo minuto di lavoro concorrerà alla creazione di un’autentica e gigantesca opera d’arte: si progetta, si costruisce, si salda, si modella, si dipinge. “Di certo non è un lavoro per egocentrici ed individualisti: il carro che sfila nel corso mascherato è la somma del lavoro di tutti. Il giorno in cui esce dal capannone è una gioia incredibile, ciò che era solo nella tua testa dopo mesi di duro lavoro diventa finalmente realtà.”

Il Carnevale è ancora una volta sinonimo di hangar, cene tra carta e argilla, nottate di lavoro, gruppi che diventano famiglia. L’essenza. Quello che non si vede, ma che bisognerebbe vivere per capire davvero il Carnevale di Putignano. “Passare del tempo con le persone, socializzare, convivere, scambiare idee e opinioni. Viverla da dentro è un’emozione e un’esperienza assolutamente unica.”